Da una ricerca condotta dalla Clarksons Research, risulta che durante il primo trimestre del 2023 si è registrata la velocità media più bassa di sempre relativamente alle flotte delle navi porta container. Un trend che sembra destinato a continuare, se non addirittura a crescere: si prevede, infatti, un ulteriore decremento del 10% della velocità di navigazione nei prossimi 3 anni.
LE CAUSE DEI RALLENTAMENTI.
Dopo il vertiginoso aumento del 4% del transit time messo in pratica durante il periodo della pandemia da parte degli operatori per far fronte ai picchi di domanda e alla gestione fuori controllo dei porti, la riduzione di velocità è stata – in realtà – una conseguenza dovuta all’aumento del prezzo del carburante e dalla sovracapacità delle strutture interessate (i porti in primis).
Il rallentamento delle navi dedicate al trasporto merci è una pratica consolidata nei periodi di gestione critica dei trasporti. Un andamento più lento permette di ridurre i costi legati ai consumi di carburante e, allo stesso tempo, di dare modo ai portuali di gestire meglio gli scarichi e i carichi.
LE PREVISIONI PER IL FUTURO.
Come già accennato precedentemente, si prevede che la situazione andrà “aggravandosi” nel tempo. Secondo Alphaliner, anche con il passaggio a nuove alimentazioni (il Gnl su tutti) si dovrà correre (o meglio: rallentare) ai ripari a causa degli alti costi di approvvigionamento.
Ma non è tutto: altri effetti negativi saranno conseguenti a un aumento del traffico delle navi adibite al trasporto di container, fatto quasi sicuro dopo l’annuncio di Maersk e Msc di voler incrementare la tratta Europa-Asia.
Infine, ma non per ultimo, c’è da considerare l’inasprimento delle nuove normative ambientali e la tassazione sul carbonio che influiranno pesantemente sulle spese accessorie di gestione, andando ad aumentare ulteriormente il rallentamento delle flotte.